mercoledì 21 ottobre 2009

La mia idea di pace. IO RIPUDIO LA GUERRA e sostengo Emergency.



“La nostra idea di pace” è da oltre 15 anni un progetto molto concreto: oltre 3 milioni e mezzo di persone curate in ospedali, centri chirurgici, pediatrici e di riabilitazione che Emergency ha costruito e che gestisce per garantire assistenza medico chirurgica gratuita e altamente specializzata alle popolazioni dei paesi colpiti dalla guerra e dalla povertà. Se questa idea di pace è anche la tua, puoi sostenerla con la tessera di Emergency. Contribuirai così a dare attuazione a un diritto umano fondamentale – il diritto alla cura – e diventerai sostenitore e testimone di un progetto di pace possibile e reale. Puoi fare la tessera di Emergency con una donazione di € 30 oppure € 20 sotto i 25 anni e oltre i 65. La tessera di Emergency dà inoltre diritto a ottenere sconti e facilitazioni presso librerie, teatri, gallerie d’arte in tutta Italia ed è valida da Gennaio a Dicembre dell’anno in corso.
Il 24 e il 25 ottobre potrai fare la tessera presso i banchetti di Emergency in 200 piazze italiane.
Il gruppo Emergency di Colleferro sarà presente a Segni in occasione della 52a Sagra del Marrone in Piazza Pericle Felici, zona Cattedrale.

Per info: http://www.emergency.it/ ; emecolleferro@libero.it ; tel. 3356545313

domenica 18 ottobre 2009

APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE
“SE VUOI LA PACE LOTTA CONTRO LA GUERRA”

A te che hai partecipato alle marce per la Pace,
a te che avevi appeso la bandiera arcobaleno al tuo balcone,
a te che hai firmato petizioni contro la guerra e per il ritiro delle truppe,
a te che sei scesa/o in piazza per chiedere la fine della guerra permanente,
travestita da missioni di pace,
a te che hai chiesto di tagliare le spese militari per riconvertirle in spese sociali,
a te che vorresti chiudere le fabbriche di armi per produrre beni per la vita,
e non più strumenti di morte,
a te che vorresti chiudere le basi militari perché minacciano la vita di altri popoli
e la salute del tuo paese,
a te che hai protestato contro le bombe atomiche ed hai chiesto il disarmo come unica sicurezza,
a te che hai contestato la retorica patriottica che giustifica la morte e la distruzione,
a te che ami la vita e odi la guerra perché non capisci la parola nemico,
a te che vuoi un’Italia di pace, solidale con gli altri popoli e non più complice della guerra globale,
a te che ripudi la guerra “ come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”,
a te che guardi alla Palestina, al Kurdistan, all'Africa, all'Iraq, all'Afghanistan, all'Iran, a tutto
il Medio Oriente e lotti per una politica di pace, perchè l'Italia esca dalle alleanze di guerra

RIVOLGIAMO QUEST’APPELLO PER TORNARE A PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE CONTRO LA GUERRA,
PER SOSTENERE ANCORA IL MOVIMENTO CHE LOTTA PER LA PACE,
NELLE PIAZZE, NELLE SCUOLE, NELLE UNIVERSITA’, NEI LUOGHI DI LAVORO

IL 4 NOVEMBRE GIORNATA DELLE FORZE ARMATE
SCENDIAMO IN PIAZZA CONTRO IL MILITARISMO,
CONTRO LE MISSIONI DI GUERRA,
PER IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN !!

LANCIAMO IN TUTTE LE CITTA’ INIZIATIVE DI PROTESTA, CONTROINFORMAZIONE, PRESIDI, AZIONI DIMOSTRATIVE.

A ROMA SIT-IN A PIAZZA NAVONA- DALLE 15 ALLE 19
PATTO PERMANENTE CONTRO LA GUERRA- ROMA OTTOBRE 2009

LA GUERRA E’ UN CRIMINE CONTRO L’UMANITA’
E’ ANCHE UN MISFATTO ECONOMICO
PERCHE’ STORNA RISORSE DAI BISOGNI SOCIALI AGLI STRUMENTI DI MORTE:

ALCUNI ESEMPI


La Guerra in Afghanistan costa in euro 3 milioni al giorno per mantenere in stato di occupazione militare circa 3000 uomini con gli strumenti di morte e distruzione tecnologicamente avanzati. In moneta afghana ciò che l’Italia ha speso dal 2001 per la guerra avrebbe potuto produrre 600 ospedali e 10.000 scuole - secondo i dati forniti da Gino Strada.
In Italia con 3 milioni di euro al giorno si potevano risolvere in tutte le regioni i problemi dei rischi idrogeologici e del riassetto territoriale.

Il piano di acquisto e assemblaggio - a Novara - dei cacciabombardieri atomici F35 prevede la spesa di 13 miliardi di euro a rate fino al 2026 per la coproduzione e l’acquisto di 131 aerei da guerra ribattezzati “dalle ali d’oro”. Un delirio di potenza militare che serve a devastare altri popoli ed a togliere risorse alla cura della vita e della terra nei nostri territori.

Lo specchietto qui sotto riportato ci mostra la gigantesca distruzione di risorse operata dalle spese militari (fonte Manlio Dinucci)

spesa militare mondiale nel 2007= 1.340 miliardi $ = + 45% rispetto al 1998 = 2.5 milioni di dollari alminuto. Nel 2009 prevista a 1.500 miliardi di dollari. (SIPRI)

spesa militare NATO= 3/4 della mondiale = 985 mld di $ (febbraio 2009 - SIPRI)spesa militare USA= 666 mld di $ (2008)

spesa militare ITALIA= 30 mld di $ (2008)spesa militare mondiale di 7 giorni = 30 mld $ = soluzione crisi alimentaremondiale per 1 anno (FAO)


NO ALLE SPESE MILITARI
NO ALLE MISSIONI MILITARI – RITIRIAMO LE TRUPPE DALL’AFGHANISTAN








martedì 6 ottobre 2009

Stop alla sporca guerra dell’Afghanistan.
Ritiro immediato delle truppe italiane

Il 4 novembre una giornata nazionale di
mobilitazione antimilitarista in tutte le città



Lunedì 21 settembre s’è tenuta un riunione d’emergenza del Patto contro la guerra per discutere gli sviluppi del conflitto sul fronte afgano che hanno visto il contingente militare italiano subire il suo colpo più duro in questi otto anni con l’uccisione di sei parà della Folgore. I contraccolpi di questo evento sono rilevanti ai fini dell’azione dei movimenti No War.

Si conferma che – nonostante un sostanziale accordo politico bipartizan sulle missioni di guerra – la maggioranza della società è contraria alla presenza dei militari italiani in Afghanistan e favorevole al loro rientro. Si riaffaccia la contraddizione tra la maggioranza parlamentare a favore della guerra e la maggioranza sociale che resta contraria. Se ciò innescherà contraddizioni anche a livello parlamentare sia nella maggioranza che nell’opposizione è tutto da verificare.

Alla luce dell’escalation del ruolo attivo dei militari italiani nella guerra, si conferma la pesantezza della scelta fatta dai partiti di sinistra nel governo Prodi di non aver aperto questa contraddizione quando c’erano le condizioni per farlo. Una autocritica pubblica, ponderata e di prospettiva, è un passaggio non eludibile nel rapporto con i movimenti No War che in questi anni si sono battuti con continuità e coerenza contro le missioni di guerra all’estero ma anche nel rapporto con la società.

La guerra e il mattatoio afgano non possono che peggiorare nella prossima fase. La NATO e gli USA in Afghanistan stanno perdendo la guerra e la faccia, per questo intendono accrescere lo sforzo bellico. Le illusioni che la partecipazione alla guerra preventiva portasse benefici attraverso la rapina delle risorse degli altri popoli o le ricadute economiche della spesa militare, sono state spazzate via dalla crisi. Crescono tra i militari e le classi dirigenti le spinte a mettere l’opinione pubblica di fronte al fatto che l’Italia è in guerra, dunque a mettere da parte le ipocrisie sulle “missioni di pace” ed a imporne le conseguenze nella gestione dell’informazione, della politica e del sistema legislativo.

Per questi motivi riteniamo che i movimenti contro la guerra possano e debbano svolgere una funzione di attivizzazione e riferimento per tutti coloro che in modi e con sensibilità diverse si oppongono alla guerra e alle sue ricadute.

1) Il Patto contro la Guerra propone di mettere in moto un processo di confronto e iniziativa per il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, per severi tagli alle spese militari e l’uso delle risorse per le spese sociali, per lo smantellamento delle basi militari a cominciare dal blocco della base di Vicenza che deve riguadagnare la sua dovuta dimensione di “questione nazionale e non locale”. Questo processo deve connettersi già da oggi alle mobilitazioni sociali e sindacali previste per l’Autunno.

2) Proponiamo di convocare una prima giornata nazionale di mobilitazione antimilitarista su questi contenuti per il prossimo 4 novembre (giornata della retorica militarista) con iniziative in tutte le città (cortei, sit in, azioni, assemblee in piazza) e di convocare assemblee pubbliche nel mese di ottobre per discutere le iniziative.

3) Non escludiamo la possibilità di convocare una manifestazione nazionale entro l’Autunno sulla base di una verifica del percorso, delle possibilità e delle disponibilità delle varie situazioni locali ma soprattutto sulla base della realtà sul fronte di guerra.

sabato 3 ottobre 2009



Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza

È partita dalla Nuova Zelanda il 2 Ottobre 2009, anniversario della nascita di Gandhi, la Marcia Mondiale per la pace e la Non violenza. Una proposta concreta di mobilitazione sociale senza precedenti che accomunerà tutti i continenti in un unico percorso, quello della pace: 6 continenti, 90 paesi, 160.000 km di strada. Una marcia che ha origini lontane: è stata lanciata durante il Simposio del Centro Mondiale di Studi Umanisti di Punta de Vacas, in Argentina, il 15 novembre 2008, da un'idea di Rafael de la Rubia. Nata per creare coscienza rispetto alla situazione mondiale in cui versa l’umanità al giorno d'oggi: una realtà minacciata dalla lotta agli armamenti, da conflitti nucleari e dall’occupazione militare dei territori. Una realtà che chi marcia ha deciso di cambiare.
L’associazione umanista Mondo senza Guerre ha promosso l’evento, tante persone da tutto il mondo stanno contribuendo a realizzarlo. Anche l’Italia marcia, col resto del mondo. Numerosi sono gli eventi e le iniziative in programma nei vari comuni del nostro paese. Il 2 ottobre a Roma il concerto dedicato alla Marcia. La proposta degli organizzatori è che la Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza diventi la più grande marcia mondiale di cui l'umanità abbia avuto notizia con l'adesione di centinaia di organizzazioni nel mondo.
Anche la Rete per la Tutela della Valle del Sacco aderisce e ribadisce che il “sistema guerra” passa anche attraverso l’industria bellica presente nel nostro distretto con la produzione di armamenti a Colleferro dal 1912 e rendendo le industrie complici senza scusanti dei disastri provocati nei teatri di guerra. Precisiamo che le guerre, con la complicità anche delle “bombe intelligenti”, provocano in percentuale 10 morti tra i militari e 90 tra i civili. E non abbiamo mai visto un militare in “missione di pace” con una bandiera arcobaleno piuttosto che su un carro armato o con un mitra in mano. L’ipocrisia non fa parte del nostro pensiero.
http://www.marciamondiale.org/